La facciata meridionale

Facciata sud 1La facciata meridionale, che dà verso il mare, è ricca di accenti trionfali:

– i pilastri detti acritani ma provenienti da Costantinopoli;
– il gruppo di porfido dei Tetrarchi;
– la Pietra del Bando, su cui, secondo antiche cronache, venivano poste, per ordine della Serenissima, le teste mozzate dei traditori della Repubblica e vi rimanevano per tre giorni e tre notti e i trofei sulla parete meridionale del Tesoro.

 

 

 

 

Tutto ciò è destinato ad abbagliare con la potenza e lo splendore di Venezia chi viene dal mare, gli stranieri e coloro che ritornano da lontano. Questa facciata subisce però trasformazioni assai più profonde delle altre due nel corso nel Trecento, quando un tratto dell’atrio viene adattato a battistero, e infine all’inizio del Cinquecento, quando l’atrio sud con la porta da mar viene trasformato in cappella sepolcrale per il cardinale Giovanni Battista Zen (Cappella Zen). La porta da mar, di cui non esistono immagini, consentiva ai veneziani di recarsi in chiesa dalla testa meridionale dell’atrio direttamente dal mare, dato che il perimetro dell’attuale Palazzo Ducale era anticamente circondato dall’acqua della laguna attraverso un largo canale.
Gli elementi rimasti dell’antico portale, sono due leoni e quattro profeti, collocati in seguito nella Cappella Zen, e due grifoni.

 

 
Facciata sud 2L’arco del portale del tardo Duecento è orlato da racemi abitati dalle teste (protomi) di dieci profeti e di due santi vescovi. La sommità dell’arco è coronata dalla figura del Pantocratore. Tale mescolanza di profeti e santi è curiosa e altrove praticamente introvabile. Questo accostamento può venir considerato come specificamente veneziano, in quanto a Venezia la venerazione per i profeti è equiparata a quella per i santi della Chiesa. Oggi però l’interpretazione del messaggio originario dell’arco è difficile in quanto sono identificabili con sicurezza solo quattro nomi (Mosè, Simeone, Abacuc e Daniele).

 

 

 

 

 

Un’unità decorativa a sé stante è costituita dal complesso del Tesoro, sulla cui facciata a Sud sono stati sistemati numerosi rilievi bizantini con funzione puramente ornamentale e senza alcun significato iconografico; un’aggiunta più tarda trecentesca, è lo zoccolo di questa facciata con il rilievo zooforo e l’iscrizione ‘veneziana’ che costituisce una assoluta rarità linguistica.