La facciata occidentale

Facciata ovest 1Nella facciata occidentale predominano i contenuti, conformemente alla funzione ufficiale della facciata sulla piazza, quella cioè di frontespizio al testo che trova un’ampia formulazione nei mosaici dell’interno.
Un frontespizio che non solo è un sommario del contenuto, ma che sancisce pretese, che invoca protezione, che insiste sul possesso delle reliquie di San Marco, che parla di trionfo, di dominio e di ricchezza, che ammonisce a seguire le virtù etico-religiose (personificazioni delle virtù) e gli ideali e le norme della convivenza civile (rappresentazioni dei mesi e dei mestieri). La raffigurazione principale e centrale è quella del Giudizio Finale, la cui terribile severità è mitigata dall’accenno alla redenzione nella Passione, Morte e Resurrezione di Cristo delle lunette ai lati. La Storia delle reliquie di San Marco, i Misteri relativi alla vita di Cristo e il Giudizio Finale sono raffigurati in mosaico, le altre parti del programma consistono di cicli scultorei.

La facciata è divisa in due ordini dalla terrazza da cui si affaccia la copia della quadriga marciana, ora conservata all’interno del Museo di San Marco.
In ciascuno dei due ordini si aprono cinque grandi arcate che nella parte inferiore corrispondono ai quattro ingressi verso l’atrio (partendo da sinistra: Porta di Sant’Alipio, Porta di San Pietro, Portale Maggiore, Porta di San Clemente) e alla finestra della cappella Zen.
Nel rivestimento marmoreo del XIII secolo sono incastonate alcune lastre bizantine scolpite, che vanno lette in pendant sui due lati del portale maggiore nel quale si trovano due santi guerrieri. San Giorgio e San Demetrio, a difesa del male. La successiva tavola a destra con l’arcangelo Gabriele si accompagna a quella della Vergine a sinistra per formare l’Annunciazione, che allude alla leggendaria fondazione di Venezia il 25 marzo del 421(giorno dell’Annunciazione).

 

Facciata ovest Ercole e il cinghiale Infine le due tavole con le fatiche di Ercole alle estremità della facciata sono un esempio di come durante il Medioevo i temi pagani si trasformano in temi cristiani: il racconto mitologico di Ercole vittorioso sulla forza animale diventa un’allegoria della salvezza cristiana. L’Ercole col cinghiale di Erimanto, l’angelo Gabriele e San Demetrio sono pezzi di importazione bizantina del V, del XII e dell’XI secolo, mentre gli altri rilievi sono opere veneziane del XIII secolo.
Specificamente veneziano è anche il secondo gruppo di opere della facciata occidentale, costituito dai rilievi per metà ornamentali e per metà figurativi che incorniciano i quattro portali laterali. Qui al bassorilievo, che già di per sè deriva da forme bizantine, si aggiunge il fondo di mosaico dorato; tuttavia il contenuto di questa cornice decorativa non appare molto significativo, soprattutto ora che i testi sui cartigli dei Profeti sono leggibili solo in piccola parte. In particolare le protomi degli Angeli dei portali di destra fanno l’effetto di riempitivi puramente ornamentali.

 

 

Come nucleo a sé vanno considerate le sculture dei tre sottarchi che contornano il portale maggiore, capolavoro di artisti veneziani del XIII secolo formati alla scuola bizantina e gradualmente aperti ad influssi occidentali padano-francesi.

In questa decorazione si sono conservati alcuni resti di un assetto precedente della facciata, dell’XI o del primo XII secolo, pezzi isolati che sembrano quasi smarriti o dimenticati, altri invece hanno ottenuto un nuovo valore iconografico, come il gruppo scultoreo del Sogno di San Marco, che in origine raffigura il Sogno di Giuseppe alla vigilia della fuga in Egitto. Viene trasportato nella sua sede attuale alla fine del XIX secolo, acquistando così un significato nuovo e di importanza centrale, come rappresentazione del sogno nel quale San Marco apprende da un angelo che Venezia un giorno avrebbe accolto le sue reliquie.
Oltre agli elementi scultorei ereditati dalla facciata più antica, abbiamo i pezzi di spoglio che vengono integrati nel programma decorativo duecentesco e che si sono amalgamati così bene alle opere scolpite per la facciata occidentale, da non sembrare quasi più estranei.
I ‘trofei ornamentali’ costituiscono una piccola parte della decorazione scultorea, tra i più significativi troviamo la testa in porfido di un imperatore bizantino, più tardi considerata come testa del Carmagnola.