Il suo Vangelo

Marco avrebbe messo per iscritto la predicazione romana di Pietro, sollecitato da membri di classi sociali e militari romane, dando vita al secondo Vangelo. Si ritiene che Marco lo abbia composto a Roma subito dopo la metà del primo secolo dopo Cristo su incarico di Pietro o della comunità cristiana per conservare il ricordo della predicazione di Pietro.

Dei quattro Vangeli, quello di Marco è il più breve. E’ redatto in lingua greca e conta solo 16 capitoli con una spiccata preferenza per gli episodi della vita di Gesù e una forte predilezione per i particolari.

APPROFONDIMENTI

Secondo i dati della tradizione più comune Marco avrebbe composto il suo Vangelo a Roma subito dopo la metà del primo secolo dopo Cristo su incarico di Pietro o della comunità cristiana per conservare il ricordo della predicazione di Pietro.

Il Vangelo di Marco è il più breve dei quattro, è formato di soli sedici capitoli in lingua greca, ed è diviso in due parti. La prima è data dai primi otto capitoli, nei quali riporta le azioni di Gesù, insistendo sul racconto di numerosi miracoli al fine di dimostrare che Gesù è davvero il Figlio di Dio.
Sembra che per questo motivo, fin dall’antichità cristiana, sia stato scelto il leone quale suo simbolo perché come il leone con il suo ruggito domina le voci degli altri animali, così Marco proclama forte che Gesù è Figlio di Dio.
Nella seconda parte di preferenza sono presentate le parole di Gesù, che spiegano le condizioni necessarie per seguire il Redentore sino alla morte in croce.

Marco, narrando la vita di Gesù, mostra una preferenza per i dati aneddottici, gli aspetti episodici, con uno spiccato gusto verso l’osservazione dei particolari. Descrive dettagliatamente l’ambientazione marina presso il mare di Galilea, le campagne e i villaggi, ma soprattutto le folle che assediano il divino Maestro nella ricerca di guarire le malattie più disparate, di liberarsi dai demoni o ascoltare la parola di bontà.

Il suo stile è rapido, essenziale, nervoso, tipico dell’artista. Alla fine si percepisce in lui la tecnica del catechista provetto, del traduttore dei lunghi discorsi dell’apostolo Pietro intorno alle parole e alle azioni di Gesù. Uno che per i suoi ascoltatori, e si suppone fossero i romani piuttosto inclini alla concretezza e alla praticità nelle cose, vuole evidenziare lo stretto necessario.
Nel Vangelo marciano predominano alcuni temi: il segreto messianico, cioè Gesù fa conoscere gradualmente la sua realtà di Figlio di Dio; il regno di Dio è sempre vicino e atteso; Gesù figlio di Dio è sofferente sulla terra sino alla fine dei tempi.