Il santo patrono

Il 25 aprile, data del martirio e della morte di San Marco, ricorre a Venezia la festa del patrono.
L’assunzione di San Marco come patrono cittadino, dopo il greco Teodoro, è un processo lungo nel tempo. Una tappa fondamentale è l’arrivo del corpo di Marco a Venezia nell’ 828 e la sua collocazione all’interno della chiesa a lui dedicata.

Il possesso delle reliquie del santo ha un forte impatto sulla cittadinanza che si sente sicura, protetta e sviluppa nel tempo una devozione verso il patrono, ma comporta altresì importanti vantaggi di tipo diplomatico e politico che giovano alla Repubblica ed alla sua immagine sulla scena internazionale.

APPROFONDIMENTI

Fin dalle origini di Venezia e della sua Repubblica, San Marco Evangelista, è stato scelto come santo patrono, a fianco della Vergine.
Per capirne le ragioni è utile abbozzare gli inizi di Venezia e del patronato di san Marco sulla città.
Nel periodo tra il 700 e l’840 circa, Venezia riesce a slegarsi completamente da Bisanzio. Assume il ruolo di dominante dell’intera area intorno al bacino settentrionale dell’Adriatico, confortata dall’appoggio, dopo il greco Teodoro, del nuovo protettore “italiano” San Marco.
L’assunzione di San Marco come patrono di Venezia è un processo lungo nel tempo, così come la formazione delle relative leggende.

Le reliquie del santo trafugate ad Alessandria, sono depositate nella prima basilica nell’828. La collocazione del suo corpo nella nuova tomba all’interno della nuova basilica a Venezia è un fatto fondamentale nella costituzione della figura di San Marco come patrono. E’ il possesso l’aspetto più importante, perché coinvolge la cura, la protezione e la venerazione del santo da parte dei possessori, i quali in compenso sperano di riceverne la protezione. L’esposizione delle reliquie rende più efficace la partecipazione al culto, ha uno scopo protettivo ed ha un positivo impatto psicologico sulla cittadinanza che si sente sicura e protetta.
Con l’intercessione dei santi presso Dio, il popolo si rende forte contro ogni male. San Marco protegge i Veneziani e per questo anche il loro Stato. San Cristoforo, affrescato in una grande sala dentro il Palazzo Ducale, protegge i marinai e il mare Adriatico. San Sebastiano, ucciso da arcieri, e San Rocco, che soffriva di una piaga sulla coscia mentre assisteva i malati, divengono protettori contro la peste. In certi luoghi, San Marco è protettore dei cestai perché il suo corpo viene portato a Venezia in un canestro!

L’intervento dei santi a favore degli uomini, specialmente quello dei protettori prescelti, secondo la tradizione si manifesta con miracoli. Per alcuni di questi abbiamo una data, come ad esempio per l’apparizione del corpo di san Marco dalla colonna nel 1094.

Certi aspetti della figura di San Marco possono essere interpretati a sostegno di un legame con Roma e l’Occidente anziché con l’Impero orientale. San Pietro, di cui San Marco è discepolo e traduttore, non è romano di nascita, ma lo è indubbiamente per il suo mandato principale, come primo vescovo e fondatore dellaChiesa di Roma. Inoltre Marco compone il suo Vangelo a Roma. Di conseguenza, è abbastanza facile stabilire un legame simbolico tra San Marco e la Chiesa romana.

La scelta di San Marco come protettore particolare comporta anche vantaggi di grande valore diplomatico e politico che giovano alla Repubblica. Gli apostoli sono dodici ma gli evangelisti solo quattro. Essere in possesso dell’intero corpo di un santo che riveste entrambe le qualifiche è una cosa veramente eccezionale sulla scena internazionale. La scelta di San Marco come patrono, inoltre, permette di adoperare un simbolo statale semplice ma di significato molto forte: il leone. In termini di propaganda e di diplomazia, i simboli di stato acquistano grande valore.

Interessante anche considerare come il programma musivo di carattere teologico e liturgico si focalizzi sulla tematica marciana. Nei riti della basilica di San Marco certi particolari nazionali basati sulle tradizioni vengono messi in risalto. L’insieme del programma musivo sta a manifestare la centralità cattolica del luogo della tomba di San Marco. L’intero sistema dei mosaici e delle iscrizioni offre un panorama didattico della teologia e liturgia della Chiesa romana in forma completa.