Palazzo Ducale

La prima costruzione del palazzo risaliva al principio del IX secolo quando i Partecipazio portano nelle isole realtine la sede del governo. Costruito probabilmente come un castello, viene rifatto una prima volta nel 976 dopo l’incendio conseguente alla sollevazione contro il Doge Candiano IV.
Una radicale ricostruzione del Palazzo avviene durante il dogato di Sebastiano Ziani, secondo lo stile dei palazzi veneziani.
Ma il profilo del Palazzo Ducale come appare a noi attualmente è stato determinato dalla costruzione della Sala del Maggior Consiglio deliberata nel 1340.
Venuta a completamento la chiusura oligarchica dello stato e il moltiplicarsi delle magistrature veneziane, il Maggior Consiglio mantiene le proprie caratteristiche, che durano per tutta la durata della Repubblica, di corpo sovrano e di controllore delle funzioni pubbliche dello Stato. L’accesso al Maggior Consiglio, come si sa, avviene per diritto ereditario dai propri ascendenti e nel 1340 annovera 1212 membri.
La costruzione ex novo della sala occupa un lungo periodo di tempo: nel 1348 i lavori vengono già avviati, anzi la sala è già strutturalmente finita, ma vi è una prima battuta d’arresto per la pestilenza.

Nel 1400 finalmente viene avviata la costruzione del balcone nelle sale del Maggior Consiglio verso San Giorgio.
L’ala del Palazzo sul molo prende la sua forma definitiva solo nel 1419 e la sala è solennemente inaugurata.
Come la Basilica rappresenta il trionfo dello stile bizantino veneziano, il Palazzo Ducale esalta il gotico fiorito, che darà un aspetto, anche per imitazione, distintivo della città.

Nel 1422, in un raro periodo di minori ristrettezze economiche, si decide di continuare la costruzione nello stesso stile verso la Basilica. Riprendendo gli stessi caratteri decorativi dell’ala sul molo con i grandi finestroni e il balcone centrale. Superate non poche difficoltà costruttive, essa giungerà fino alla Porta della Carta, già iniziata nel 1440, ma completata solo attorno al 1480.

La singolarità della mole imponente del Palazzo è nella inversione dei volumi, sopra il porticato si apre il loggiato con la caratteristica fuga di arcate per tutta la larghezza delle due facciate (quella sulla piazzetta è di 75 metri con 18 arcate, quella sul molo di 71 metri con 17 arcate), mentre la parte più massiccia è alleggerita dalle losanghe marmoree bianche e rosse fino alla merlatura a cuspidi aperte.

I tre angoli esterni del Palazzo sono decorati da 3 gruppi marmorei rapresentanti L’Ebbrezza di Noè verso il ponte della Paglia, Il peccato di Adamo ed Eva nell’angolo tra Piazzetta e Molo e La Giustizia di Salomone verso la Porta della Carta.
I trentasei capitelli gotici delle arcate del porticato costituiscono un meraviglioso complesso di scultura medievale con raffigurazioni simboliche e comprendono le tematiche care alla fine del XIV e inizio XV secolo. Vizi e Virtù, costellazioni celesti, cavalieri, Santi martiri,mestieri, uccelli.
Nel capitello dell’angolo tra la Piazzetta e il Molo sono raffigurati i segni zodiacali.
La porta della Carta, monumentale ingresso al Palazzo, è ricca di sfarzo nella decorazione, come doveva esserlo allora nei colori , nella policromia oro e azzurro.
Simboliche sono in alto le statue della Giustizia e, nelle quattro nicchie laterali Temperanza, Fortezza, Prudenza e Carità. Nella scultura centrale appare il Leone alato davanti a cui è inginocchiato il Doge Francesco Foscari. La facciata sul molo è stata parte restaurata dopo l’incendio del 1577.