Le origini

Con l’ascesa al potere della famiglia Partecipazio (811) avviene nella storia di Venezia un fatto di importanza fondamentale: per garantire il ducato da possibili invasioni, i Partecipazio si insediano nelle isole realtine.
Qui, quasi a significare l’irreversibilità di una scelta, si inizierà subito la costruzione del Palazzo, che sarà quasi per un millennio, pur con gli ovvi mutamenti ed ampliamenti dell’edificio, la sede dogale.
Un altro fatto doveva sanzionare quella scelta: il ritrovamento del corpo di San Marco e la sua collocazione nell’829 nella cappella ducale contigua, dà all’area che si affaccia sulla laguna un carattere predominante, il luogo simbolo del potere marciano.
L’altro polo di sviluppo delle isole realtine, oltre alla piazza che si va formando davanti agli edifici “di rappresentanza“, sarà il mercato di Rialto, destinato a sostituire in toto il “magnum emporium” di Torcello.
L’ancora angusto spazio tra la piccola piazza e la laguna, diventerà il centro di tutto l’insediamento insulare in un processo di urbanizzazione che diventerà marcato soprattutto nel corso del secolo successivo.

Fin dall’inizio la Piazza è quindi al centro di questa particolarissima città che si va formando, dove acqua e terra si confondono.
A ben vedere la Piazza è all’incrocio del percorso pedonale che partendo da Rialto, incrocia il Canal Grande nel luogo dove questo si apre al bacino lagunare: è una scelta quasi naturale, che andrà via via assumendo significati sempre più vasti e organizzati.
Ma la sua funzione resta immobile e fissata nel tempo, anche se sempre maggiori saranno i significati di un disegno che parrà più coerente e finalizzato al luogo del potere e della sua rappresentazione.
Agli inizi l’acqua occupava gran parte dell’odierna piazzetta e quindi questo spazio aperto costituiva un primitivo approdo al piccolo porto.
Vuole un’agiografia posteriore che nella Piazza si svolgesse la “concio” ovvero la libera assemblea di tutti gli abitanti della laguna da Capodargine a Grado per eleggere il doge e deliberare sulle più importanti questioni di stato: in realtà ben presto la società veneziana andò consolidando una stratificazione sociale che vedeva la politica divisa in majores, ricchi proprietari, con il controllo del mercato del sale ed esercitanti attività mercantili, mediocres, una classe intermedia di salinari, pescatori, costruttori di navi e artigiani e i minores che già avevano un ruolo sociale più dipendente.
Quindi se assemblea ci fu, essa si andò trasformando, anche se formalmente aperta a tutti, in luogo di ratifica di decisioni. Con il “placito“, non più riunione plenaria, ma di rappresentanti convocati per decisioni già assunte, inizia quel processo istituzionale che porterà, attraverso il peso crescente della classe dei majores alla “Serrata del Maggior Consiglio” e quindi alla distinzione netta della oligarchia nobiliare dal resto della popolazione.

Dal 900 al 1200 è sul mare, sui traffici, sugli scambi commerciali tra Oriente e Occidente che Venezia costruisce la sua ricchezza.
Possiamo seguire questo processo di riflesso proprio sui cambiamenti significativi che avvengono nella piazza alla fine del XII secolo.
Fino ad allora abbiamo visto che la piazza era uno spazio piccolo, delimitato dal rio Batario che la attraversava trasversalmente. Qui esisteva un brolo, un piccolo orto, segno di una non completa urbanizzazione della città come la conosciamo oggi.
Trasformatosi il Palazzo in un edificio più grande, anche se non delle proporzioni di quello attuale, completata la fabbrica attuale della Basilica di San Marco, si procedette all’interramento del rio e alla pavimentazione in mattoni a spina di pesce come oggi si vede ancora in certe corti veneziane, mentre la pavimentazione attuale risale al 1700.
Le dimensioni della Piazza divennero sostanzialmente quelle attuali: veniva eretto il Campanile, originariamente punto di osservazione e di controllo della laguna, mentre prendeva forma, davanti al palazzo e verso il molo, la Piazzetta, dove, su colossali colonne portate dall’oriente venivano posti, da un lato il leone di San Marco, dall’altro la figura di Todero (San Teodoro), che si vuole primo protettore dei veneti prima di San Marco.
Attorno alla Piazza vennero costruiti nuovi edifici ed in particolare le Procuratie Vecchie, come si desume dal dipinto di Gentile Bellini che documenta la situazione esistente in Piazza nel 1496. Il termine “Procuratie” deriva dalla carica di Procuratore di San Marco. Con il moltiplicarsi delle magistrature veneziane, un ruolo di grande prestigio e importanza ebbero questi magistrati cui vennero appunto assegnate come abitazioni le costruzioni sul lato della Piazza. I Procuratori erano distinti in “de supra” per la Basilica ed edifici dipendenti, “de citra” e “de ultra” a seconda delle due rive del Canal Grande su cui avevano giurisdizione.
Sul fondo della Piazza venne ricostruita la chiesa di San Geminiano in faccia a San Marco tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Solo nel 1557 iniziarono i lavori per la nuova facciata progettata dal Sansovino.