Venezia e l’Oriente

Le sponde dell’Adriatico sono da sempre legate da intensi traffici marittimi.
Nel periodo tra l’800 ed il 1300, nonostante le molte diversità delle popolazioni e dei governi, e nonostante le frequenti guerre e lotte fra i popoli, sono molto forti i legami che si instaurarono tra i centri delle due sponde del mare. In particolare, a partire dal Duecento inizia ad affermarsi in area Adriatica, con sempre maggiore potenza commerciale prima che politica, la Repubblica di Venezia. Città destinata a diventare punto di riferimento, o almeno di più forte scambio di linguaggi e fenomeni artistici, Venezia è legata al mondo orientale, bizantino, che riconosce come il centro più attivo dei suoi interessi economici e artistici.

Il legame tra Venezia e Bisanzio darà vita ad una produzione artistica ricca e variegata, con il contributo di artisti orientali greci e dalmati, fino al primo Quattrocento.
Nei secoli successivi Venezia si aprirà a linguaggi nuovi.

APPROFONDIMENTI

I rapporti di Venezia con l’Oriente sono da sempre assai stretti: le rotte verso Est sono meta dei traffici veneziani per tutta la durata della Repubblica.
Tra l’800 e il Mille Venezia intensifica e sviluppa i traffici e la navigazione tocca porti sempre più lontani: questo prepara la fortuna di Venezia e il controllo del mare verso Oriente, accrescendone potenza e autorità. L’impero germanico al centro d’Europa, quello greco tra le coste dell’Asia Minore e i Balcani e quello degli Arabi, costituiscono le tre grandi forze del momento: tre imperi di diversa struttura; tutti e tre, però, animati da una grande forza religiosa ed una saldezza di ideali che oltrepassano quelli strettamente politici.
Nonostante la rivalità, l’impero tedesco e quello bizantino conservano un comune ideale: la consapevolezza di essere gli eredi legittimi dell’impero romano, i continuatori dell’impero d’Oriente e d’Occidente. Quando Venezia nelIX secolo si presenta sulle vie del mare con la sua piccola forza di Repubblica indipendente, dedita agli scambi mercantili, il problema degli Arabi, (chiamati allora “saraceni“) la sfiora appena.

La linea politica di fondo di Venezia si orienta verso Bisanzio, per una insopprimibile attrattiva che sente verso il centro più attivo dei suoi interessi economici, di arte, di fasto e di concezione teocratica di governo.
Nell’arte come in ogni altro aspetto della sua vita Venezia nasce bizantina: e tale si mantiene essenzialmente per secoli. Relazioni politiche, rapporti sociali e commerciali, la stessa ubicazione naturale del sito ed il carattere del suo popolo, legano Venezia all’Oriente. Questo accade fin dai primi secoli. Quando poi la sua costituzione diventa più forte e i commerci più floridi, Venezia comincia ad arricchirsi di opere ed anche per quest’aspetto viene influenzata dall’Oriente e da Bisanzio, come pure da tutte le terre dove fiorisce l’arte bizantina (Ravenna, Grado, Parenzo). Dall’Oriente vengono chiamati artisti capaci di riprodurre modelli, opere e mosaici tipicamente bizantini.
Questo vincolo viene aiutato anche dalla mancanza di una forte tradizione classica e dalla scarsità di rapporti con la civiltà italica della terraferma. Venezia diviene il più tipico ambiente orientale in occidente.

Fino a tutto il 1300 e oltre, le ispirazioni a schemi e modelli dell’arte orientale sono molto forti. Nei secoli successivi, col sopravvenire delle altre correnti, l’influenza si fa via via più debole. Inizialmente è Bisanzio, con l’arte raffinata e lussuosa della sua corte, con i suoi ori, smalti e gemme a dare modelli e forme all’arte veneziana. Fra il XII e il XIV secolo sarà invece la civiltà arabo-mussulmana ad offrire a Venezia nuove fonti di ispirazioni e forme per le proprie creazioni.