La IV Crociata

La quarta crociata viene detta anche “crociata dei Veneziani”, grazie al ruolo protagonista avuto dalla Serenissima, che si conclude con la presa di Costantinopoli e l’inizio dell’ Impero Latino d’ Oriente.

La quarta crociata è voluta inizialmente dal papa Innocenzo III, che la bandirà quando la Repubblica di Venezia trasforma la crociata antimusulmana in una privata campagna d’espansione politico-commerciale. Questa crociata rappresenta un grande successo nella storia di Venezia, la quale oltre ad impossessarsi dei territori di Bisanzio, ne saccheggia i tesori, molti dei quali fanno tutt’oggi parte del patrimonio artistico della Basilica di San Marco e del suo Museo.

APPROFONDIMENTI

L’ideale delle Crociate trionfa tra la fine dell’Xl e gli inizi del XII secolo. Nasce con molta probabilità a causa di gravi atti di intolleranza religiosa subita dai pellegrini cristiani in Terrasanta.
Venezia entra in aiuto dei Crociati più tardi rispetto ad altre potenze marinare, in particolare solo quando ne valuta con realismo gli effetti nel piano politico ed economico.
Gli avvenimenti della Terra Santa preoccupano Venezia, anche per rivalità con le altre Repubbliche marinare, che appoggiano l’azione dei Crociati, soprattutto con Genova e Pisa. Il teatro delle operazioni, inoltre, vede una reazione degli Stati europei all’espansione araba sempre più minacciosa in terre cristiane. Oltre agli Arabi, un’altra potenza islamica tenta la conquista dell’Occidente: i Turchi Selgiucidi, che alla fine dell’Xl secolo si impadroniscono della Siria e della Palestina. Questo periodo determina la posizione degli Stati cristiani nell’offensiva delle Crociate e con il tempo costituisce la causa determinante della lotta secolare di Venezia contro i Turchi.

Venezia raggiunge l’apice della sua gloria con la IV Crociata, di cui è artefice e protagonista il Doge Enrico Dandolo (1192 -1205).
Alla fine del XII secolo le relazioni diplomatiche e politiche fra Costantinopoli e Venezia sono apparentemente cordiali e Venezia continua ad usufruire delle antiche concessioni commerciali in Oriente. Tuttavia Venezia non ha ancora cancellato il ricordo del colpo inflitto nel 1171 a Costantinpoli dall’imperatore Manuele che aveva fatto arrestare e trucidare diecimila Veneziani. Quando se ne offre l’occasione, approfittando delle usurpazioni scatenatesi in Oriente per la successione all’impero, alla morte dell’imperatore Manuele Comneno, Venezia non rinuncia a vendicarsi. Sembra che, prima ancora che le schiere dei Crociati si siano raccolte a Venezia nel 1202per esser portate in Oriente in soccorso dei Cristiani contro il Sultano d’Egitto, siano intercorsi accordi segreti fra i baroni condottieri dei Cristiani e il Doge Enrico Dandolo, perchè la spedizione, anzichè verso l’Egitto, si dirigesse prima verso Costantinopoli per rimetter sul trono usurpato il giovane perseguitato Alessio che, se ridivenuto imperatore, promette mezzi potenti all’impresa cristiana.
Nonostante le scomuniche di Papa Innocenzo III che vede il fallimento della spedizione contro gli Infedeli, il nuovo piano viene accettato. Nell’aprile del 1203 l’armata dei Crociati giunge a Costantinopoli, l’assale e la conquista. Il giovane imperatore da loro rimesso sul trono viene ucciso in un’insurrezione. I Crociati riconquistano la città una seconda volta nel 1204 per proprio conto e, proclamando decaduto l’antico Impero d’Oriente, si stabilisce su proposta del vecchio Dandolo che l’intero territorio sia diviso fra i partecipanti, insieme con le ingenti ricchezze, e in suo luogo venga instaurato il nuovo Impero latino di Costantinopoli, dei cui possedimenti un quarto e mezzo passa in proprietà dei Veneziani.
Viene a formarsi così un grandioso impero coloniale, si costituisce una catena quasi ininterrotta di porti e di scali fra la Dalmazia e Costantinopoli e più oltre, verso le acque del Mar Nero. Viene conquistato un immenso bottino di ricchezze, di ori, di marmi, di oggetti d’arte (tra cui i quattro cavalli di San Marco) ed accresciuta enormemente la potenza sul mare.