L’Antico Testamento

Mosaici - Veduta dell'AtrioIl passaggio dalla piazza alla chiesa avviene attraverso l’atrio, luogo che, illuminandosi dei bagliori dell’oro dei mosaici, preannuncia al visitatore la sacralità dello spazio interiore.
L’atrio viene decorato nel corso del XIII secolo con i mosaici che rivestono i cupolini, le volte e le lunette. Sono questi l’espressione matura di un laboratorio di mosaicisti tutto veneziano e testimoniano l’evoluzione stilistica avvenuta nell’arco di circa sessant’anni, lungo i quali viene completato il rivestimento musivo (1215-1280 circa).
Il programma iconografico di questo ciclo musivo è occidentale nello svolgimento del tema biblico dell’Antico Testamento in preparazione ai racconti del Nuovo Testamento dell’interno, anche se il modello formale è la Bibbia Cotton, un testo paleocristiano miniato di area alessandrina.
La ricchezza che i mosaici dell’atrio racchiudono sta soprattutto nel messaggio spirituale a loro assegnato. Questi mosaici “segnano” il tempo dell’attesa della venuta di Gesù, seguendo il filo che individua le fasi della storia della salvezza, dopo la caduta degli uomini, prima del suo compimento in Cristo, la cui vita e i cui misteri sono celebrati nei mosaici dell’interno.

Dall’angolo sud-occidentale, a destra, ha inizio un ampio racconto dei grandi eventi dell’Antico Testamento, scelto dai libri della Genesi e dell’Esodo che si sviluppa lungo i lati ovest e nord.

Mosaici - Cupolino della GenesiIl primo è il cupolino della Creazione scandito in tre fasce circolari concentriche attorno ad una decorazione a scaglie dorate al centro.
Il racconto è suddiviso in ventisei scene sopra le quali corre il testo biblico in latino che inizia con le parole: “In principio Dio creò il cielo e la terra. Lo spirito di Dio aleggiava sopra le acque “.
In successione seguono le giornate della Creazione. In ciascuna è presente la figura di Dio creatore identificata – secondo l’iconografia orientale – nel Cristo giovane dall’aureola crociata e dalla croce astile, issata su un’asta. Parola vivente del Padre, e con Lui fin dall’origine creatore dell’universo, come si legge all’inizio del Vangelo di Giovanni.
I sei giorni della Creazione sono raccontati nelle scene delle due fasce più interne: il primo in cui Dio separa la luce dalle tenebre, il secondo in cui separa le acque dalle terre emerse, raccogliendo le acque superiori nel cielo e le inferiori fra le terre, il terzo in cui fa germogliare sulla terra ogni specie di piante, il quarto in cui pone nel cielo il sole e la luna per illuminare il giorno e la notte, il quinto in cui popola di pesci le acque e di volatili il cielo e crea gli animali della terra, qui presenti a coppie: primi i leoni, poi le tigri, i leopardi, gli elefanti, i giumenti e tutti gli altri, e il sesto in cui Dio dice:”Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”.
Per ogni giorno una figura di angelo, da uno a sei, affianca l’opera del creatore.

Mosaici - Cupolino della Genesi 7Poco comune nelle raffigurazioni della creazione, e perciò di grande interesse, è la scena della Benedizione del settimo giorno. Dio, assiso su un trono circondato dai sei angeli dei primi sei giorni, come da una corte regale, pone la mano benedicente sul settimo angelo, figura del sabato, che egli ha riservato per sé. Al di sopra corrono le parole bibliche: “E Dio benedisse il settimo giorno”.Al di sotto la Creazione di Eva dalla costola di Adamo, la Tentazione del serpente, la Disobbedienza dei progenitori al comando di Dio e la Cacciata dal Paradiso terrestre concludono la fascia inferiore del cupolino.

 

 

Cherubini, posti da Dio a custodia del Paradiso terrestre, sono raffigurati nei sottostanti pennacchi. Sugli archi e sulle lunette circostanti, presso la porta di San Clemente, continua il racconto biblico: la Nascita di Caino e Abele e il Delitto di Caino, inizio di un male che dilagherà tra gli uomini fino alla loro distruzione totale con il diluvio. Soltanto Noè, il giusto, la sua famiglia e gli animali da lui scelti si salveranno (sottarco verso il portale centrale). Le storie di Noè continuano nel sottarco successivo oltre il portale, dove è anche raffigurata la Costruzione della torre di Babele e la Condanna della superbia degli uomini.

Negli altri cupolini dell’atrio, le scene si sviluppano in una sola fascia alla base, senza interruzioni.

Mosaici - Cupolino di AbramoLa seconda cupola e le lunette presso la porta di San Pietro narrano le storie di Abramo, progenitore di una discendenza scelta da Dio per essere salvata. Dio a colloquio con Abramo è raffigurato da una mano che esce da uno spicchio del cielo. La scena è ripetuta quattro volte e scandisce in quattro parti la sequenza del racconto.

 

 

 

 

 

 

Occupano i tre successivi cupolini, nel lato settentrionale dell’atrio, le storie di Giuseppe ebreo, l’interprete dei sogni, giusto sofferente. Dopo essere stato venduto dai fratelli e ingiustamente condannato dagli egiziani, entra nelle grazie del faraone e diviene salvatore per il popolo d’Egitto e per i suoi stessi fratelli che lo hanno tradito.

Mosaici - Cupolino di MosèLa decorazione dell’atrio trova la sua splendida conclusione nel cupolino di Mosè, il capolavoro dell’ultima generazione dei mosaicisti veneziani del XIII secolo. Le scene si seguono ininterrotte, ricche di figure, non più stagliate singolarmente nell’oro, ma inserite in articolati spazi naturali e in fastose architetture. Vi è raffigurata la storia di Mosè che, salvato dalle acque del Nilo, diviene salvatore e guida del suo popolo lungo il deserto e attraverso il mar Rosso verso la terra promessa. Mosè è figura di Gesù, il Salvatore di tutti gli uomini, presente in braccio alla Vergine Madre tra i due evangelisti Marco e Giovanni nel mosaico del semicatino sopra la vicina porta.