La Loggetta del Sansovino

La loggetta, ai piedi del Campanile, è l’edificio che più d’ogni altro condensa il carattere celebrativo della nuova sistemazione del centro di San Marco data da Jacopo Sansovino, proto della basilica.
Costruita dal 1537 al 1549 su progetto del Sansovino, nel 1569 viene adibita a posto di guardia degli arsenalotti durante le sedute del Maggior Consiglio.
Ricco prospetto a tre grandi arcate con colonne d’ordine composito, di ispirazione classica, ricolmo di ogni grazia decorativa, la loggetta è l’opera sansoviniana meno architettonica che, più di ogni altra, svolge quel carattere del fastoso e del pittoresco, confacente all’ambiente veneziano.
Entro le quattro nicchie Sansovino colloca le statue in bronzo di Minerva, Apollo, Mercurio, la Pace. I rilievi in marmo, con figurazioni allegoriche, sono opere di seguaci e collaboratori del Sansovino: Venezia sotto forma di giustizia (al centro), l’Isola di Cipro (a destra), l’Isola di Candia (a sinistra).

Nel 1663, trasformate le arcate laterali in portali, dinanzi all’originaria facciata viene aperto l’ampio terrazzo esterno a balaustra, chiuso più tardi con l’elegante cancello in bronzo di Antonio Gai (1735 – 37) a cui spettano anche i rilievi marmorei dei due Putti sulle ali esterne del prospetto.
Nell’interno, entro la nicchia esistente era situato il bel gruppo in terracotta raffigurante la Vergine col putto e San Giovannino, opera del Sansovino, ora nel Museo Marciano.

Nella ricostruzione della Loggetta, compiuta nel 1912 assieme al Campanile, viene usato quanto più possibile dell’originario materiale architettonico e decorativo, dando però maggior decoro di rivestimento marmoreo alle due facciatine laterali che, sin dal tempo del Sansovino, erano state mantenute in mattone.